URANO, il titano del cielo.
Nella mitologia greca, Urano è una divinità primordiale, personificazione del cielo.
Urano è la personificazione del Cielo in quanto elemento fecondo. Nell'opera di Esiodo, Teogonia, egli è figlio e coniuge di Gea (la Madre Terra).
Altri poemi e racconti ne fanno il figlio di Etere (il Cielo superiore), senza che, in questa tradizione risalente alla Titanomachia, ci sia rivelato il nome della madre. Molto probabilmente quest'ultima era Emera (la personificazione del Giorno).
Secondo la teogonia orfica, Urano e Gea sono due figli della Notte. Secondo la tradizione esiodea, Urano, si unì con Gea e la fecondò gettando su di essa fertili gocce di pioggia, dando così vita alle prime divinità mostruose: i Titani, i Ciclopi e gli arroganti Ecatonchiri.
Nel timore di venire spodestato dai suoi forti figli, egli li gettava, man mano che nascevano, nel Tartaro, ossia nelle viscere di Gea (detta anche Gaia), la quale, ripugnata dall'atto del marito, persuase il figlio Crono, l'ultimo dei dodici Titani che generò da Urano, a ferire il padre con la falce adamantina da lei forgiata. Così Urano, colto di sorpresa dal figlio proprio mentre stava per unirsi nuovamente in amore con Gea, fu evirato.
I suoi genitali vennero gettati nei mari nei pressi di Cipro e dalla spuma marina formatasi nacque Afrodite, mentre le sue gocce di sangue che caddero sul suolo fecondarono un'ultima volta la terra, dando vita alle Erinni, ai Giganti ed alle Ninfe Melie.
Il luogo di questa mutilazione è stato situato in diverse parti del Mediterraneo: solitamente si identifica con Capo Drepano (difatti drepanon in greco significa "falce"); talvolta si colloca questo luogo nell'isola dei Feaci, che sarebbe stata il falcetto di Crono gettato in mare e radicatosi in quel luogo (e infatti si diceva che i Feaci fossero nati dal sangue del dio); ed infine alcuni lo collocavano in Sicilia (più precisamente si tratterebbe dell'antica Messina, in greco Zancle, "falce" appunto) la quale, fecondata dal sangue del dio, sarebbe divenuta davvero fertile.
Una tradizione diversa è riferita da Diodoro Siculo riguardo a questo dio. Costui sarebbe stato il primo re degli Atlanti, un popolo molto pio e giusto, che abitava sulle rive dell'Oceano. Egli avrebbe insegnato loro a coltivare la terra, a vivere civilmente ed inventò il calendario secondo il movimento degli astri. Alla sua morte gli sarebbero state rese grandi onori divini ed essendo stato un grande astronomo, col passare del tempo, fu identificato col Cielo.
In questa tradizione si attribuiscono ad Urano 45 figli, 18 avuti da Tite (identificata poi con Gaia), e proprio per questo chiamati Titani. Le sue figlie furono Basileia ("la Regina"), più tardi Cibele, e Rea, soprannominata Pandora.
La bellissima Basileia succedette al trono del padre e sposò il fratello Iperione, dal quale ebbe Helios e Selene (ovvero il Sole e la Luna).
Diodoro menziona come figli di Urano anche Atlante e Crono. Platone vi mette anche Oceano e Teti.
L'eterogeneità della genealogia di Urano è dovuta al fatto che essa sia una commistione di molte leggende e racconti, ma soprattutto un'interpretazione simbolica di cosmogonie dotte; così Urano non ha praticamente nessuna parte nei miti ellenici.Tuttavia, Esiodo conserva il ricordo di due profezie, attribuite congiuntamente, ad Urano e a Gaia: anzitutto, quella che aveva avvertito Crono che il suo regno sarebbe finito dopo che egli fosse stato vinto da uno dei suoi figli.Poi, la profezia fatta a Zeus che lo metteva in guardia contro il figlio che avrebbe avuto da Meti (la "Prudenza", o in senso negativo, "la Perfidia"). Proprio obbedendo a questa profezia egli inghiottì Meti, con la conseguenza che poi dalla testa di Zeus sarebbe nata Atena.